Giulio Secondo: l’arte esplosa tra le mani

Giulio Secondo, all’anagrafe Jacopo Bosio, è un artista curioso, spirituale e creativo. Nato a Roma, si trasferisce a Berlino per cercare se stesso, dove oltre a ritrovarsi gli scoppia l’arte tra le mani.

Linee semplici ma mai banali, colori netti si mescolano a toni freddi e caldi senza sfumature inutili, se si riesce ad ottenere un’immagine forte ed emblematica. I soggetti di Giulio Secondo sono corpi maschili ritratti in modo elegante nonostante il tratto nerboruto che li ritrae.

Giulio Secondo non sfocia mai nel volgare per ricordare che la nudità è sopratutto eleganza e celebrazione del corpo in ogni sua forma e diversità.

Composizioni di più elementi in un piccolo spazio dove Giulio riesce egregiamente a trovare un equilibrio all’immagine finale, facendo respirare l’illustrazione.

Figure singole opulenti nella loro semplicità dove predominano sul bianco dello sfondo. Texture cerose che ricordano l’infanzia ma che danno un senso di energia positiva a chi osserva.

Giulio Secondo

Artisticamente sei Giulio Secondo, ma il tuo vero nome è Jacopo. Chi è Giulio e chi è Jacopo?  Che differenza c’è tra i due?

Giulio secondo era un papa, un uomo scorbutico, un guerriero, molto probabilmente un rompipalle, che però tirò fuori i soldi per commissionare la Cappella Sistina e altri capolavori.

Ho scelto il suo nome perché mi ritrovo nelle contraddizioni che Giulio racchiudeva in sé: spirito, guerra e passione, raccontano anche qualcosa di me. Tutto il resto (Jacopo) è noia.

Giulio Secondo

Da dove nasce l’ispirazione per i tuoi lavori? Qual è stato il tuo percorso?

L’ispirazione nasce da tutto: corpi, facce, musica, un paio di calzini spaiati, ma soprattutto dagli oggetti, da come si combinano tra loro, a volte in modo spontaneamente surreale, e a come si fondono con l’umano.

Gli strumenti appesi in ordine in un’officina di meccanico, o una scavatrice, le espressioni “ i piedi del letto”, “ le braccia del candelabro”  hanno ispirato dei disegni al solo sentirli nominare o guardarle.

Gli oggetti hanno curve, buchi, morbidezze, come un corpo umano e noi, questo si sa, possiamo al contrario agire o essere agiti solo come “cose”; ecco, questo legame tra persona e oggetto è per me fonte inesauribile di curiosità e spunti. La mia formazione è letteraria, ho studiato letteratura e poesia.

L’arte mi è scoppiata tra le mani
all’ improvviso, senza che nemmeno me ne rendessi conto.

Giulio Secondo

Spesso i tuoi disegni sono una combo di più elementi o soggetti umani, che rapporto hai con lo spazio che utilizzi per le tue opere?

Lo spazio, i bordi, i confini, tanto sulla carta, come nei legami affettivi, sono fondamentali nella mia ricerca; “dove finisco io, dove inizi tu? Dove potremo incontrarci, se mai potremo?” La linea nera in questo senso è lo strumento madre, o padre? la frase semplice, che uso per indagare gli spazi; la linea, le linee, i volumi tra loro, costituiscono un alfabeto che parla dei nostri rapporti, della voglia di fonderci e del terrore di attaccarci.  

Giulio Secondo

I tuoi lavori sono caratterizzati da una carica di erotismo, cos’è per te l’eros?

Per me l’Eros è tutto. L’Eros c’entra sempre. Sempre!

Chi sono gli uomini che ritrai? Sono personaggi immaginari o persone che conosci?

A volte sono i miei amanti, uomini immaginari, ideali. Sono ricordi di qualcuno che visto in metropolitana o passare in bicicletta. Sono archetipi, e come tali sono spesso nudi. Della nudità mi piace la “spiritualità” più che la sensualità, nonostante so bene di giocare come hai notato tu, con l’Eros. Ma la spiritualità per me è importante.

Perché per me il corpo è spirituale. L’ amor sacro di Tiziano era la donna nuda, non quella ritratta coi vestiti. Nude sono le statuette primitive, i totem, le divinità indù, gli eroi greci, nudo è Gesù sulla croce.

Nude sono le carte dei tarocchi che rimandano alla dimensione spirituale, come nella carta ‘il Mondo’ dove una ragazza nuda  balla nel firmamento! Niente di più visionario e incoraggiante!

Giulio Secondo

Quando ti ho scritto la prima volta mi hai detto che consideri Louis Fratino “un padre spirituale” in che senso? 

Louis Fratino, proprio come un padre, riesce a fare qualcosa cui uno aspira, cioè nel mio caso unire poesia e Eros, sogno e fisicità. I ragazzi dei suoi quadri sono dei folletti, ma anche qualcuno che vorresti rimorchiare. Riesce a farmi dire: volevo farlo io! Ed è un maestro del colore, della dolcezza e delle sproporzioni. Aspiro a far parlare gli occhi dei miei personaggi come fa lui con i suoi. 

Giulio Secondo

I tuoi studi letterari influenzano il tuo modo di esprimere l’arte?

Sono un agguerrito lettore ma credo che ciò che mi influenzi sia ciò che vedo, più che ciò che leggo. Di sicuro spero che nelle mie opere ci sia un po’ di Sandro Penna, un po’ di Palazzeschi (entrambi poeti gay): nostalgia e ironia surreale.

Cos’è per te essere un artista oggi?

“Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini non sono che meri attori su un palcoscenico  in cui hanno le loro entrate e uscite per il tempo che gli è stato assegnato”  questo penso, a proposito della parola artista, per dirla con Shakespeare. Non so bene cosa significhi essere un artista oggi, ma posso dirti che mi piace quello che oggi è  il pubblico: prepotente, attivo, vivo, partecipe, vigile, spietato! E questo a me sembra una fantastica rivoluzione.

Cosa ti ha spinto a trasferirti da Roma a Berlino? Che cosa hai portato con te emotivamente dalla città di partenza e cosa hai trovato in quella di arrivo?

Una certa disperazione o disperazione felice, per citare il bellissimo titolo di una raccolta di poesie. A Roma avevo tutto, ma non avevo niente.

Qui pensavo di trovare sesso, droga e rock and roll, invece ho trovato la pace.

E un po’ rock and roll, ovviamente. E le ciabatte con i calzini. Di Roma mi porto dentro i colonnati infiniti, Caravaggio, le chiese, e una scorta inesauribile di risate con gli amici. Per me: Roma è la città più bella del mondo e la amo alla follia, ma Berlino “balla”, vibra, graffia, non dorme mai, e ha tanto da insegnare.

Cosa provi durante la fase di creazione? Hai dei pensieri ricorrenti?

Provo gioia, entusiasmo, eccitazione, e non vedo l’ora di mostrare quello che faccio, come un bambino. E penso alla parola “aspirare”. 

Foto di Lars Reimers

Quali sono i tuoi obbiettivi futuri? Dove possiamo trovare i tuoi lavori?

Il mio obiettivo è dipingere a tela.
Il mio sito appena nato e si chiama giuliosecondo.com