La nostalgia moderna di Bruno Belissimo.

Bruno Belissimo vi da il Benvenuto a Maison Belissimo, un luogo ideale dove rilassarsi e fare un cin cin con un cocktail d’amore a bordo piscina, aspettando il tramonto prima di scatenarsi in pista. 

Maison Belissimo è un po’ casa di moda e un po’ tutti chiusi in casa, come il periodo di quarantena in cui è stato concepito, solo che per questa sua quarta fatica, (se non lo conoscete vi meritate come amico Tiger King che lui stesso cita nella cover del disco), per la prima volta affida ciascuna canzone ad un guest a lui caro, senza andare a snaturare minimamente il suo suono.

Sei artisti che sposano il suo mondo e lo valorizzano, ironici, contemporanei, sconosciuti ai più ma belli belli in modo assurdo.

Nel nuovo album di Bruno Belissimo (in uscita per Vulcano) l’italo disco a lui tanto cara si sposta verso un territorio più chill e contemporaneo, ma senza tralasciare l’ironia e la voglia di far festa, due costanti nella sua musica che per la prima volta è tutta cantata. Lo abbiamo intervistato.

Ciao Bruno dove sei?

Ciao, in questo momento sto in Toscana dalla mia fidanzata che ci abita. È molto bello stare qui in campagna.

Che cool la campagna! 

Oh si, è bellissimo.

Prima di iniziare voglio dirti che il tuo album, Maison Belissimo, mi è piaciuto un sacco. L’ho ascoltato e riascoltato, lo trovo molto divertente e ti fa venir voglia di andare a ballare, anche se purtroppo adesso non si può.

Ottimo, sono contento che ti piace. Si non si può andare a ballare ma noi continuiamo ad andar dritti sulla nostra linea e sogniamo.

Bravo!

La prima cosa che voglio chiederti è: il titolo del tuo disco, Maison Belissimo, può essere un richiamo ad una casa di moda, o al fatto che sia figlio della quarantena?

Il nome Maison Belissimo ce l’ho in testa da un po’. Però si, il disco è anche figlio della quarantena, se pensi che ho scritto il disco mentre avevo il Covid che mi ha tenuto un mese e mezzo lontano da tutti, anche se non ho mai avuto mezzo sintomo e stavo benissimo.

Ti dirò che in realtà sono entrambe le cose, la mia ragazza lavora nella moda e mi ha sicuramente avvicinato a questo mondo, anche perchè io non ci sono mai stato proprio dentro, pertanto Maison Belissimo è come un modo di essere della nostra famiglia.

Nel momento in cui poi c’era anche l’idea di collaborare con tanta gente e dunque creare una casa con tutte ste collabo, mi sembrava perfetto Maison Belissimo. 

Bruno Belissimo
Bruno Belissimo. Ph. Leonardo Taddei

Una delle cose che mi piacciono di più del mondo Bruno Belissimo è il gusto, che trovo totalmente centrato, e che comprende la musica ma che va anche oltre. Ad esempio immagino tu sia impazzito vedendo Ciao2020, e penso avrebbero dovuto chiamarti per la colonna sonora.

Ovviamente! Io ho pensato che volessi sbarcare sul mercato russo, cazzo faccio qua! Nonostante non sia un amante del revival, quel programma va oltre ogni cosa. L’ho trovato meraviglioso!

Quando hai iniziato a lavorare a Maison Belissimo avevi già in mente cosa sarebbe venuto fuori o l’hai capito mano a mano che lo facevi?

C’era l’idea di fare un album di collabo. Sai, tutti i miei album sono sempre stati una storia a se, seppur c’è sempre dentro la mia vena ballerina, ironica, e penso che abbiano comunque tutti un filo conduttore, un concept. 

In Maison Belissimo il concept era proprio la mancanza di concept, era solo il fatto di collaborare. Volevo un disco che non fosse solo mio, è arrivato il momento di condividere e volevo che i miei pezzi fossero collegati ad altre persone, dunque mi sono fatto una lista di persone che ascolto, che stimo e con cui mi sarebbe piaciuto lavorare e così ho fatto.

Raccontami come è funzionato tutto: i testi li hanno scritti le persone che hai scelto, o viceversa? Che processo ha avuto?

No, anche perchè tutto è stato reso più drammatico dalla pandemia. Solo con Funk Rimini siamo pututi andar in studio perchè abitiamo vicini e insieme abbiamo scritto il testo, poi ho finito di impacchettarlo io. 

Con gli altri io ho mandato il pezzo e loro hanno cantato sopra.

Con le Feste Antonacci è stata una cosa più loro, perché sono anche produttori e ci hanno messo molto anche dal punto di vista strumentale quindi ognuno ha una storia a se.

Però i testi io non li ho scritti, ho scritto solo il ritornello di Disco Eccezionale. Tutto è frutto di collaborazioni, è quello che volevo.

Bruno Belissimo
Bruno Belissimo. Ph. Leonardo Taddei

Hai anticipato una domanda che volevo farti. Mi è piaciuta questa tua idea di fare un disco di feat. ma ciò che mi è piaciuto di più è la scelta che hai fatto. Potevi fare dei feat. paraculi per andare in classifica, invece hai scelto delle persone che stimi e che ascolti, perché fanno esattamente del tuo mondo.

Io non so come si fa a far le cose da paraculi, mi piace far le cose con lo spirito giusto senza star a pensare alla visibilità. Quelle cose lasciale fare alle major. Ad esempio il pezzo con Kuntessa l’avevamo scritto due anni fa, infatti è più anni ‘ 90. 

Con le Feste Antonacci abbiamo suonato ad un festival ed eravamo presi benissimo che abbiamo pensato di fare qualcosa insieme, Funk Rimini li conosco da una vita.

È tutta gente che conosco da tempo, perché per fare un disco che comunque restasse mio volevo persone che avrebbero capito il mood, il senso con cui faccio le cose. 

E poi questa scelta è stata anche un modo per far conoscere nuovi artisti attraverso la tua musica, perché  magari non tutti conoscono le persone che hai citato.

Si, hai ragione. Non tutti li conoscono, anche se De Leo è più conosciuto di me, ma in un ambiente che non è il mio, perchè è prettamente indie. 

Però è ironico, è fuori di testa e mi piace moltissimo e nonostante lui non lo conoscessi personalmente è nata da subito una connessione pazzesca. 

Ti racconto una cosa: il pezzo Tutta Moda nasce con la frase MUSIC FOR COWBOYS e lui non aveva idea che nella cover del disco ci sarei stato io con il cappello da cowboy e quando mi ha mandato quel pezzo li ho pensato.. Cazzo siamo sulla stessa lunghezza d’onda anche se non ci conosciamo.

Comunque la cover è simpaticissima. Mi ha fatto pensare a Tiger King, anche se non hai il mullet.

Eh vedi, io volevo farmelo crescere. (Ride. ndr)

Bruno Belissimo
Bruno Belissimo. Maison Belissimo

Maison Belissimo, oltre ad essere l’album con più feat. è anche l’album più cantato. Hai sentito una necessità di dar più importanza alle parole? Forse magari di usarle come modo espressivo della tua vena ironica che ti contraddistingue anche quando la parola non c’è.

È una cosa nuova per me, nei miei dischi precedenti i pezzi cantati sono davvero molto pochi, ma devo dirti che con questa cosa ho un rapporto abbastanza conflittuale, nel senso che spesso sento che devo metterci qualcosa, dico.. Cazzo però dovrei cantarci sopra.

Il fatto è che non mi viene naturale. Forse anche per questo faccio cantare altri. Con il cantato non vado d’accordo. È così. Però volevo provare come una sorta di challenge personale e quindi ho detto.. facciamo un disco di canzoni.

Come è nata Centocelle Nightmare. Giuro che non me li ricordavo più, quando ho letto il titolo mi hai sbloccato un ricordo. 

È nata parlando in momenti che io chiamo remembering trash e ci siamo detti.. Oh ma che fine hanno fatto i Centocelle?!! 

Devi sapere che io quando faccio un beat, gli do dei titoli provvisori e questo era rimasto collegato al discorso Centocelle e cosi è rimasto. 

Così poi ho sentito i Feste Antonacci e loro hanno volato altissimo leggendo il titolo. 

La cosa divertente è che quasi tutti i titoli presenti nel disco sono stati messi all’inizio in maniera provvisoria, però poi sono rimasti, perché non scrivendo canzoni ho bisogno di immagini.

Infatti, questa è una cosa che volevo chiederti: le tue canzoni sono molto evocative, quindi il tuo modo di comporre è visivo?

Oh si, moltissimo! Io ho bisogno di immaginari. Ad esempio Tutta Moda è l’immagine di uno stereotipo. Ogni titolo che sparo da poi il via alla canzone. 

La prima volta che ho sentito Tutta Moda mi hai fatto pensare ad Amanda Lear.

Beh si, il pensiero primario era quel mondo li. Quegli archetti chill, tutta la lista dei cliché, che per me sono sequenze di immagini. Con De Leo è stato pazzesco.

Questo tuo impasto Italo-disco-dancemusic-funky ti viene naturale crearlo o è frutto di una ricerca?

No, anzi ti dico.. dovrei fare più ricerca ma non ce la faccio. Non lo so, io ascolto tanto ma non ascolto tutto. 

Una cosa che mi incuriosisce molto è che tu sei nato e cresciuto in Canada, fino a quando ci sei rimasto? Perchè ho letto in giro ma ci sono notizie un po’ discordanti.

Si, ma sono rimasto li fino quando ero piccolo. In realtà sono cresciuto in Italia. Però le informazioni sono contrastanti perchè in un mio periodo di fake news mi divertivo a dire cose non vere.

So che ora non è il momento giusto per farti sta domanda, ma come sarebbe live il tuo disco?

Boh, io lo sto preparando il live. Di sicuro andrò in giro con mio fratello gemello che ha la batteria, però sarà un live più dance perchè non li porterò come forma canzone ma più Duft Punk perché è più vicino a quel che sono io. 

Uscirà anche in formato fisico l’album?

Si, ci sto lavorando. Sicuramente uscirà un singolo estratto con dei vari remix che è Disco Eccezionale, di cui ci sarà anche un vinile, però ci sto lavorando.. non so quando ma uscirà.

Come ti senti ora che Maison Belissimo è fuori?

Bene! Sono contento, lo stress è passato. Sono convinto che questo disco aprirà un nuovo capitolo per me.

Ti faccio l’ultima domanda: qual è l’ultimo disco di cui ti sei innamorato? Non deve essere per forza un disco nuovo eh, ma anche una cosa vecchia che hai riscoperto.

Phase dei Mildlife, un disco del 2017 devo dire che mi ha fatto impazzire. 

Bruno Belissimo Bruno Belissimo