Manifesti abbastanza ostili e TheComplainers mandano messaggi di libertà.

Una collaborazione che fa bene alla nostra società ancora una volta per ricordare che ognuno deve essere libero di amare chi vuole. È ciò che manifesti abbastanza ostili insieme a TheComplainers hanno creato.

Manifesti con un messaggio diretto, che dichiarano ciò che ci piace senza nessuna vergogna. Lottando contro i pregiudizi, contro le continue aggressioni omofobe e di genere di cui ne abbiamo abbastanza le tasche piene. Una dichiarazione positiva in maniera ironica e graficamente lineare. 

Ne abbiamo parlato con il co-founder di TheComplainers Cesare Morisco.  

Com’è nata l’idea di collaborare con Manifesti Abbastanza Ostili?

Abbiamo scoperto la sua pagina quasi per caso (l’algoritmo di Instagram funziona, a volte) e ci siamo rivisti nel suo stile di comunicazione “ostile” ma in modo costruttivo e intelligente.

Quale era l’intento dietro questi manifesti?

Mandare un messaggio di libertà, dire le cose senza mezzi termini, prendere una posizione chiara e inequivocabile rispetto a dei valori che per noi sono imprescindibili:

l’inclusività, l’uguaglianza nella differenza, l’integrazione e il dialogo.

Reputi che questi manifesti possono essere una provocazione? Una dichiarazione? O Entrambe?

Entrambe. La provocazione è qualcosa che ti colpisce costringendoti a riflettere. 

Ma è anche una dichiarazione: abbiamo dei valori e vogliamo condividerli senza esitazioni.

Giudicare o categorizzare le persone in base al loro orientamento sessuale non fa parte di TheComplainers e siamo fieri di dichiaralo. 

Dove ti piacerebbe che le persone attaccassero questi manifesti in casa?

In camera da letto o in bagno. I posti più privati e dove più ti metti a nudo. 

C’è una tua foto su IG dove tieni in mano i tuoi manifesti, una sorta di guerriglia urbana, se le persone ti hanno osservato come ti sei sentito?

Sì, alcune persone si sono fermate a guardare, dai ragazzi alle persone più anziane. Il fatto che i manifesti abbiano incuriosito TUTTI, nel bene o nel male, è un fatto positivo. Perché l’argomento sessuale e il discorso sul genere vale sempre la pena di essere approfondito:

fa parte dell’essere umano e non bisogna vergognarsi di nulla. 

Quanto pensi sia importante dichiarare quello che ti piace sessualmente?

Non penso sia importante portante, è proprio questo il punto. E in questo senso i manifesti sono stati una provocazione. 

Cosa pensi del Pride di quest’anno dopo due anni di lockdown?

Penso che sia stato un ottimo punto di (ri)partenza e che l’interruzione forzata abbia dato ancora più valore a questo momento di contatto umano e rafforzato il senso di appartenenza a una comunità. 

Che reazione hai visto nelle persone?

Erano super entusiaste, abbiamo anche distribuito i nostri manifesti tra le persone e tutti, guardando la grafica si sono sentiti liberi di esprimersi, no matter what. Il messaggio è stato recepito e appoggiato in pieno.

La grafica è molto lineare e immediata come mai questa scelta?

Perché quello che c’è scritto è lineare e immediato. Il contenuto e il contenitore sono due facce della stessa medaglia, almeno per chi si occupa di comunicazione.