Gli album di Natale, che forse non conosci, da ascoltare per le feste

Che siano classici o novità, gli album Natalizi sono un’ottima compagnia per sopravvivere alle feste. Questi sono i nostri preferiti, in ordine casuale:

Dolly Parton & Kenny Rogers “Once Upon a Christmas” (Sony)

Natale

Si lo sappiamo, quest’anno è uscito un nuovo album natalizio di nostra madrina Dolly Parton ma forse non sapete che nel 1984 uscì questo, il suo primo, in partner con Kenny Rodgers. L’album è ricco di classici riletti in spirito country e fu la colonna sonora di uno speciale televisivo diventato leggendario.

Sufjan Stevens “Songs for Christmas” (Ashtmatic Kitten)
Natale

Se conoscevate Sufjan Stevens prima della colonna sonora si Call Me By Your Name bene, allora conoscete i suoi progetti ambiziosi come quello di registrare un album per ogni stato americano. Dopo Michigan e Illinois però, due abum bellissimi, ha accantonato il progetto. Ecco questo cofanetto di Natale al sapor di ukulele uscito nel 2006 è altrettanto ambizioso, perché è formato da cinque album, in cui troverete praticamente ogni canzone natalizia esistente più una manciata di inediti.

Jamie Cullom “The Pianoman at Christmas” (Island Records)
Natale

Non sono particolarmente fan del Jazz commerciale ma questo album natalizio di Jamie Cullom è stata la sorpresa di questo 2020, difatti è l’unico attuale della lista. Cullom aveva già fatto capolino nel disco di Natale di Robbie Williams lo scorso anno, ma con questo album si è superato perché ha composto 10 tracce inedite che sanno di Natale, insomma ha scritto pezzi nuovi che suonano classici e credetemi non è un’impresa facile anche perché gli album di Natale portano spesso verso il suicidio artistico.

Ella Fitzgerald “Ella Wishing You a Swingin Christmas” (UMG recordings)

Sarebbe difficile immaginare un desiderio più felice da questa leggenda del jazz che in questa raccolta canta i classici del Natale in chiave Urban. La First Lady della musica ha registrato questi brani nel 1960, all’apice delle sue capacità interpretative. Il suo singolare timbro vocale sa rivitalizzare anche il più classico dei classici tra cui spiccano le versioni di What Are You Doing New Year’s Eve, The Christmas Song e Santa Claus is Coming to Town.

A.V. “A Christmas Gift For You from Phil Spector” (EMI)

Natale

Quando fondò la Philles Records con il dirigente discografico Lester Sill nel 1961, Phil Spector era inarrestabile. Nel 1963 era al suo apice, avendo composto il suo classico definitivo, “Be My Baby” delle Ronettes. “A Christmas Gift For You”, registrato dall’intero roster di Philles in una serie di lunghe sessioni nell’arco di tre mesi, ha messo in mostra l’inarrivabilità del produttore discografico. Da Winter Wondrland a Frosty the Snowman questo album è un vero classico, impossibile immaginare le feste senza.

Bright Eyes “A Christmas Album” (Saddle Creek)

Oltre alla malinconia che un album di standard festivi ispira inevitabilmente, in questa collezione c’è anche un’ulteriore nostalgia, quella che deriva dall’ascoltare un Conor Oberst di 23 anni recitare le parole di canzoni che tutti sappiamo a memoria e possiamo cantare insieme alla sua inconfondibile voce rotta. Questa raccolta di 11 brani uscita nel 2002, offre un mix accattivante di sorprese, cliché e sentimento nel rispetto dei classici contenuti all’interno. E poi c’è una Little Drummer Boy meravigliosamente distorta.

Vince Guaraldi Trio “A Charlie Brown Christmas” (Concord Music)

La leggenda è questa: nel 1963, il produttore Lee Mendelson realizzò un documentario sul fumettista dei Peanuts Charles M. Schulz, per il quale aveva bisogno della musica. Una notte, Mendelson stava guidando sul Golden Gate Bridge, sintonizzato su una stazione jazz di San Francisco scoprì il pianista Vince Guaraldi e fu colpito da come suonava contemporaneamente sia adulto che bambino. Mendelson lo contattò immediatamente e questo album è il frutto di quella chiacchierata. C’è un calore nel suo stile rilassato che ci ricorda i dolci natalizi e i fuochi scoppiettanti dei camini oltre ad essere un’ottimo primo approccio al jazz proprio per i lato ludico con cui rivisita gli standard del Natale.