Lauv e il suo catchy pop paranoico. Intervista #tbt

Questa intervista è stata precedentemente pubblicata su Toh n°33

Abbiamo scoperto Lauv grazie al pop infettivo di I’m so Tired scritto a quattro mani con Troye Sivan ma andando a ritroso abbiamo conosciuto un personaggio che sa il fatto suo e che sicuramente diventerà una star del pop contemporaneo.

Lauv ha origini lettoni (Lauv in lettone significa Leone), russe e polacche ma è nato a San Francisco l’8 agosto del 1994, il suo vero nome è Ari Staprans Leff.

Anima inquieta da San Francisco si trasferisce a NYC dove si laurea alla New York University specializzandosi in tecnologia musicale.

Il primo EP di Lauv Lost In The Light è stato pubblicato nel 2015 e grazie ad esso è stato subito inserito tra gli emergenti da tenere sott’occhio.

Con il suo album di debutto I Meet You when I Was 18 (The Playlist) ha fatto breccia nel cuore dei giovani americani ritagliandosi anche una grossa fetta di fan asiatici a seguito di un tour di supporto a Ed Sheran.

Poi arriva il duetto con Troye Sivan e le porte si aprono a tutto il mondo, ora in attesa del suo secondo album ~how i’m feeling~ trainato dal singolo Drugs and The Internet, lo abbiamo intervistato in esclusiva.

Intervista di Marco Cresci

Ph. Stefan Kohli

Presentati al pubblico italiano.
Sono Lauv. Sono un cantante/autore/produttore e vincitore di una medaglia d’oro olimpica auto-proclamata.

Prima di diventare Lauv che rapporto avevi con la musica?
Prima di pubblicare The Other nel 2015, pensavo che sarei stato principalmente un autore/produttore di canzoni per altri artisti invece di essere io stesso un artista.  Così ho pubblicato la canzone senza aspettative e la risposta è stata ben al di là di tutto ciò che avevo immaginato, tanto da portarmi sino a qui.

Chi era il tuo idolo da adolescente?
Chris Martin è una grande fonte d’ispirazione per me, sono stato un grande fan dei Coldplay per molto tempo.  Scrive le migliori canzoni tristi di sempre. Ho amato molto anche John Mayer.

‘I’m So Tired…’ è una canzone che parla di un break up, è vero che ti piaceva relazionarti con questo argomento da quando eri un bambino?
Quando ho iniziato a scrivere canzoni avevo 13 anni e, anche se non avevo mai avuto una relazione seria, sono sempre stato un romantico senza speranza ahahah! 

Adoravo sognare su ciò che pensavo fosse l’amore o il crepacuore.  Le canzoni erano piuttosto brutte, ma immagino fosse solo una delle cose da cui ero ossessionato in quel momento. 

Quando inizi a scrivere canzoni, è probabilmente la prima cosa su cui pensi di scrivere comunque. Era semplicemente il mio vibe di allora.

Lauv. Ph. Stefan Kohli
Ph. Stefan Kohli

Come pensi che la tua musica cambierà dal tuo album di debutto ‘I Met You When I was 18’ a ‘~how i’m feeling~?
Il mio primo album era tutto basato su una relazione ed i suoi alti e bassi .  Ovviamente, le canzoni più belle del mondo sono canzoni d’amore, ma in ‘~how i’m feeling~’ sono io ad esplorare l’immagine più ampia di molti altri aspetti della vita – insicurezze, Internet, i miei genitori, i miei amici  , il mio cane … tipo tutto.

Ho letto sul tuo canale YouTube che tutti i proventi del nuovo singolo ‘Sad Forever’ saranno donati a organizzazioni per la salute mentale, cosa significa questa canzone per te?
Ho scritto ‘Sad Forever’ in un momento in cui ero estremamente
in down.  Avevo a che fare con la depressione e il disturbo ossessivo compulsivo, ma non avevo davvero riconosciuto o ottenuto l’aiuto di cui avevo bisogno.  Mentre all’inizio ero esitante, chiedere aiuto era un primo passo importante da fare. 

La malattia mentale è qualcosa che spesso non è evidente al mondo esterno.  È un viaggio continuo con alti e bassi e trovare stabilità è un processo su cui sto ancora lavorando intensamente. 

Questa canzone è stata scritta in un luogo oscuro, ma donando tutti i proventi a organizzazioni per la salute mentale posso solo sperare che aiuti gli altri a fare il primo passo per chiedere aiuto.

Dove hai incontrato Troye Sivan e come è nata ‘I’m So Tired’?
Troye e io ci siamo incontrati un paio di volte, prima in una sala prove.  E poi ci siamo incontrati di nuovo quando abbiamo suonato ad uno show insieme. 

Abbiamo deciso di entrare in studio e, all’inizio abbiamo scritto un’altra canzone, ma è stato piuttosto brutto. 

Non ricordo nemmeno come si chiamava o di cosa si trattasse, ma è lì che iniziammo. Avevo scritto il coro di ‘I’m So Tired’ alcuni giorni prima ed ero molto nervoso, ma alla fine della sessione, ero come se mi permettesse di vedere se a Troye piacesse questa idea. 

L’ho suonato per lui ed è andato fuori di testa. Ero super entusiasta.  Abbiamo scritto il resto della canzone e io ero tipo ‘yo, vuoi farlo con me?’. E lui era tipo ‘hell yeah’. Ora Troye è diventato un buon amico, quindi sono davvero grato per l’opportunità.

Ho letto che al tuo concerto hai questa scatola chiamata ‘My Blue Thoughts’ in cui il tuo pubblico può lasciare dentro quello che sta pensando su un pezzo di carta. Puoi dirmi qualcosa a riguardo? Li stai leggendo?
Li leggo. Tutto è iniziato perché cercavo un modo per interagire di. Il mio audience facendoli confidare in qualche modo con me.

Volevo creare quell’opportunità per chi, chiunque si trovasse a uno show di Lauv potesse dire qualcosa di anonimo senza essere giudicato. 

Ho pensato che sarebbe stato davvero bello unire le persone e scattare foto degli appunti ogni notte.

Aiuta a vedere che molte persone in tutto il mondo provano le stesse cose.  L’esperienza umana è molto universale in molti modi, e anche se può sembrare che siamo soli nelle cose che sentiamo, ci sono milioni di altre persone che stanno attraversando la stessa cosa.  Quindi è davvero importante per me.

Qual’è l’ultimo disco di cui ti sei innamorato?
‘Arizona Baby’ di Kevin Abstract. Penso solo che sia un genio creativo a tutti gli effetti e la sua musica, insieme a quella di Brockhampton, si è evoluta in ogni fase del processo. Sembra incredibilmente onesto e lo rispetto.

Ph. Stefan Kohli
Ph. Stefan Kohli

Immagine di apertura: Ph. Chris Noltehuhlmann