Dario Tubiana: un filo di lana salverà il mondo.

Dario Tubiana, che tutti conoscono come Rosso Cardinale, è uno dei knitwear designer più importanti sul mercato.

Specializzato in stranded, dove è praticamente un’eccellenza, Dario Tubiana ha il dono dell’eleganza e dell’equilibrio nei suoi progetti , sia nella scelta dei colori che dei motivi.

Laureato in storia del popolo giudaico e giudaismo a Gerusalemme, nel 2015 capisce che la sua strada è quella di lavorare a maglia.

Così sferruzzando un po’ per gioco e un po’ per passione, (uno dei suoi primi lavori è stato uno jockstrap) Dario Tubiana inizia le collaborazioni con Benetton e con riviste di settore.

In attesa della nascita di un suo brand personale, Toh! l’ha intervistato per conoscerlo meglio e questo è ciò che ne è venuto fuori.

Dario Tubiana

Laureato nel 2015 a Gerusalemme in storia del popolo giudaico e giudaismo, oggi sei tra i più importanti knitting designer sul mercato. Cosa è successo? 

Oh! Ti ringrazio per avermi annoverato tra i più importanti knitting designer sul mercato. Molto lusingato. 

Sì, hai ragione, ci dev’essere stato un glitch da qualche parte! La verità è che forse sono stato un po’ ondivago nei primi anni della mia vita assecondando molte delle mie passioni.

Il classico: “da grande vorrei fare…” terminava sempre con un elenco incoerente di cose assolutamente diverse tra loro.

Per fortuna ho sempre avuto la possibilità (e anche la capacità) di mettermi alla prova in situazioni molto diverse, passando spesso dal sacro al profano.

Pensa che prima di laurearmi facevo il truccatore a Milano.

Venendo alla mia svolta decisiva di knitwear designer, è successo tutto un po’ per caso.

Dario Tubiana

Gerusalemme è stata un’esperienza bellissima, ma senz’altro difficile per certi aspetti, e una volta rientrato in Italia ho deciso di prendermi del tempo per riposare la mente. È stata questa l’occasione giusta per ricominciare con i ferri e la lana. 

Da quel momento è iniziata tutta una carriera un po’ inaspettata, che ha portato con sé molto studio e impegno ma senz’altro molte gratificazioni. 

Nellimmaginario collettivo il lavoro a maglia è destinato alle vecchiette o alle zitelle un po naïf, tu invece hai limmagine di un bear che vive in compagnia dei filati. Quanto è difficile combattere i cliché e i luoghi comuni riguardo il tuo lavoro?

Ma sai, il cliché sicuramente esiste (e io amerei essere una zitellah naïf), ma quando mi capita di lavorare in pubblico – magari in metropolitana o in bus mentre vado da una parte all’altra di Roma, per esempio – normalmente vengo approcciato (non da bonazzi, eh! ma da signorine) con curiosità e stupore genuini proprio per il fatto di essere un uomo che lavora a maglia.

Magari la curiosità nasce effettivamente da un cliché introiettato e lasciato sedimentare supinamente, ma per quanto ho potuto esperire alla fine viene fuori in modo piacevole e, soprattuto con grande apertura. 

Dario Tubiana

Il pregiudizio, credo, si noti di più nel valore che purtroppo viene dato al lavoro. 

Essendo un mestiere che è associato a qualcosa di domestico, non riceve realmente la giusta considerazione.

Meno male che si stanno piano piano rivalutando sempre di più l’artigianalità e il fatto a mano, sia nella moda che in altri contesti.

Il tuo account Instagram è Rosso Cardinale, come mai hai scelto questo nome?

Un giorno, all’università, la mia professoressa di storia dell’Antico Testamento chiese ad un ragazzo di chiudere la porta, e per far capire al ragazzo che stava chiedendo proprio a lui quel favore, lo descrisse – pensando di essere più chiara – come “il ragazzo con la maglia color rosso cardinale…”. Rimasi colpito da quella descrizione un po’ particolare e fu un episodio che mi rimase in mente. 

Essendo, il colore rosso cardinale ( C41e3a ), un colore che amo molto, ho poi pensato di usarlo per Instagram e poi per tutti gli altri social. 

Nel tuo feed Instagram impossibile non notare il jockstrap in maglia che hai fatto per gioco. Hai mai pensato di metterli in produzione? E soprattutto, li fai su misura?

Eh, effettivamente le misure sono dati che rilevano e fanno la differenza quando si tratta di jockstrap.

Sai, un jockstrap vuoto non è bellissimo, se poi il vuoto è davanti il tessuto a maglia fa le grinze e non valorizza chi lo porta (né quello che porta). È quindi cruciale conoscere a fondo ciò che si vuole vestire. 

Come vedi, do prova della mia grande esperienza ad ogni capoverso.

Detto questo, no, non ho mai pensato di metterli in produzione perché credo che sarebbero un po’ fastidiosi, un po’ antigienici e forse un po’ caldi. Tu che dici?  

Però sì, sono un gadget carino. Quello fu un regalo di compleanno molto gradito. 

Gli avevo fatto un coloratissimo cockring a maglia che oggettivamente funzionava meglio del jockstrap! 

Sempre sul tuo feed di Instagram ho visto il maglione con su scritto “Fresh out of fucks”, hai mai pensato di sviluppare meglio il progetto? 

Quello fu sempre un regalo di compleanno per uno dei miei numerosi ex ragazzi, (ovviamente…). 

In realtà, professionalmente parlando il progetto l’ho continuato in modo proficuo, omettendo però parolacce ed evitando di ricamare stati d’animo. 

Il core del maglione che hai menzionato era appunto un ricamo fatto a punto croce con dei fiori a guisa di cornice.

Da quell’esperimento, poi, il ricamo su lana ha preso sempre più un posto rilevante nei miei lavori fino a diventare parte integrante della mia maglieria e dei miei design. 

Mi piacerebbe, però, lavorando a un progetto di scritte ricamate su maglioni handmade. Questo sì. Devo solo trovare il tempo. 

Dario Tubiana

Penso che dietro i filtri sui social ci siano delle cose non dette… tu ad esempio molto spesso utilizzi il filtro del maiale. Vuoi dirci qualcosa? 

Beh… mah… che dire….  trovo che non ci siano molti filtri che stanno bene alle persone rasate. Cioè, mi ci vedi con la faccia da gattah?  O da cagnettah? 

Il porco è il filtro che mi sta meglio. Non c’è dubbio di sorta! Quel filtro è bellissimo, mi sta da Dio e nelle vesti di quel maiale io mi sento molto a mio agio. Poi, chiaro, il significato recondito del mio utilizzo del filtro va investigato. 

Investigatemi. 

Dario Tubiana

Che musica ascolti quando sferruzzi? 

Io sono una palla mortale quando sferruzzo. Ascolto prevalentemente musica classica, in loop.

Ti dirò di più. Siccome mi piacciono le cose ricorsive, spesso la musica che ascolto è un collage di pezzettini di circa 45 secondi, estrapolati da un brano molto più lungo, e incollati uno dietro l’altro.

Praticamente, taglio il pezzettino che mi piace e con programmino lo moltiplico e creo un pezzo di un’ora, per esempio, che si ripete in loop. 

Lo so, è un po’ creepy, ma ascoltare questi collage mi dà molta tranquillità e la ricorsività funge un po’ da ritmo per quando lavoro. 

Di seguito aggiungo una domanda che potresti volermi fare, ora:

Ti hanno mai fatto un TSO? 

Non ancora. 

Come è nata la collaborazione con Benetton?

Grazie ad una borsa di studio ho avuto la possibilità di fare un master in maglieria creativa presso l’Accademia di Costume e Moda di Roma.

Durante il master erano previsti numerosi progetti con diverse compagnie di filati e fashion brand per i quali dovevamo creare delle collezioni seguendo un tema preciso.

I vincitori del progetto avrebbero infine svolto uno stage curricolare presso l’azienda. Io ho vinto il progetto per Benetton e ho sviluppato e realizzato una capsule collection con loro che abbiamo poi portato ed esposto a Pitti Filati.

Dopo lo stage curricolare hanno deciso di tenermi in azienda per un po’.  

Dove è possibile acquistare le tue creazioni?

Questa è una domanda che mi viene fatta tantissime volte, ma purtroppo io non ho un negozio. 

Essendo io solo a creare, realizzare e ricamare ogni capo, sarebbe abbastanza impensabile riuscire a realizzarne su commissione in tempi ragionevoli. 

Io lavoro prevalentemente per riviste di settore, per lo più estere, e brand di lana per i quali disegno e realizzo i modelli.

Se capita, collaboro con designer per creare dei capi particolari per le loro collezioni.

Nel tempo che mi rimane insegno in workshop tecniche particolari di lavoro a maglia o di ricamo.

In ogni caso, dovresti venire a uno dei miei workshop! Pensa che svolta: invece di comprarlo da me, il maglione, ti insegno a farlo! 

Dario Tubiana

Chi vorresti le indossasse? 

I bonazzi. Che non è un cognome, ma un plurale.

A parte i bonazzi, a me sarebbe piaciuto fare una maglieria che si possa portare  senza sembrare un commercialista in tenuta casual.

Quindi, a parte i commercialisti in tenuta casual, dire che mi piacerebbe vedere i miei modelli su tutti. 

L’idea sulla quale ho iniziato a disegnare maglioni era quella di creare una maglieria un po’ meno seriosa e triste e che potesse essere davvero accattivante su più fronti sia di età che di utilizzo.

Ho quindi cercato di utilizzare colori e ricami in questo senso nella speranza di riuscire ad arrivare a un pubblico più giovane. 

Da domani non sarà più possibile utilizzare la lana per lavorare a maglia, cosa fai? 

Potrei imparare a cucinare. Sono vagamente stufo di mangiare pasta al tonno tutti i giorni. 

Dario Tubiana

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