Richard Haines prolifico illustratore di moda, grazie al suo blog What I Saw Today si è fatto conoscere nella moda, nell’arte e nel life-style.

I suoi schizzi ritraggono ragazzi, interessanti, sexy e stylish che Richard incontra per strada, nella metropolitana ed in giro per la città, che per lui è un’inesauribile fonte d’ispirazione, un’ininterrotta passerella. Le illustrazioni di Haines inizialmente postate sul suo blog, ora sono sulle pareti di celebri gallerie d’arte e spesso compaiono sulle pagine del New York Magazine e InStyle.

I suoi disegni non sono semplici bozzetti di moda, sono più artistici, riescono a cogliere ciò che una macchina fotografica non è in grado di fare, ovvero ascoltare e dialogare col soggetto, conoscerlo col cuore ed elaborare questi sentimenti su carta.

Adam – Richard Haines

Mi racconti qualcosa del tuo background?

Mio padre faceva parte della marina militare ed abbiamo viaggiato molto durante la mia crescita, il fatto di avere potuto vedere così tanto mondo ad una giovane età ha avuto un’enorme influenza su di me. Sapevo fin da ragazzino che volevo vedere la maggior parte del mondo e vivere in un posto che fosse sempre diverso e dinamico, tutto ciò che ho sempre voluto era vivere a New York!

Hai una mostra corrente Boys of Bushwick, dove i tuoi lavori sono affiancati a quadri di Dan Helm, collage di Ellen Letter e lavori di Paul Cadmus, me ne parli?

Il proprietario della galleria Jason Andrew, ha creato un concept mixando artisti attuali e storicamente significanti, amo ciò che ha creato, è stato eccitante per me vedere i miei lavori appesi di fianco a quelli di Dan, Ellen e Paul Cadmus. Racconta una storia più grande riguardo agli uomini come soggetti d’arte, sono fiero di farne parte. La mostra racconta il movimento dinamico che c’è a Bushwick e Brooklyn,  mi sono trasferito in questa zona da Manhattan circa due anni fa e mi piace testimoniare la comunità creativa che qui è in pieno sviluppo, mi dà speranza per il futuro della città e dell’arte.

Ballet – Richard Haines

Nonostante sia stato a New York tantissime volte, non mi annoia mai tornarci, è forse la mia città preferita al mondo. Quale è l’aspetto che preferisci di questa città? 

Mi piace la diversità. Amo il fatto che persone così diverse tra loro possono vivere in un posto tanto piccolo e farlo funzionare. Credo inoltre che l’uso della metropolitana esponga velocemente le persone a nuove idee e modi di vestire, io vedo gente che guarda altra gente, gli appassionati di moda osservano i b boys, i colletti bianchi guardano gli appassionati di moda, è un’incredibile impollinazione incrociata di idee ed avviene velocemente, siccome la maggior parte della città è delineata in una griglia c’è questo scorrere d’informazioni da un’area all’altra.

Da quando ti sei trasferito a NY sei subito diventato un newyorkese a tutti gli effetti inoltre il tuo blog è un chiaro occhio sulla città, cosa hai scoperto?

New York forza quasi le persone ad esasperare i propri messaggi d’identità. Credo inoltre che ci sia un grande senso dell’umorismo nel vivere qui, lo devi per forza avere, è una città molto travolgente e certamente c’è anche la spavalderia che deriva dal fatto di vivere in un posto dove le persone sanno che se ce la fai lì ce la fai ovunque.

Porti avanti il tuo blog dal 2008, hai mai pensato che sarebbe diventato così famoso?

Non avrei mai pensato che sarebbe diventato ciò che è adesso, mi fa ancora girare la testa. Ha modificato la mia vita in molti modi straordinari, mi ha offerto molte opportunità e mi ha permesso di realizzare molti miei sogni. Sono ancora sorpreso di tutto ciò che questo ha creato per me, è la forza della tecnologia e credo che le persone non siano ancora al corrente di quali potenzialità ci siano qui fuori. Quando mi capita di sentire persone che dicono quanto siano senza senso i blog, twitter e facebook, credo che non capiscano proprio quale sia il punto e credo dovrebbero vivere in un secolo diverso da quello attuale.

I tuoi schizzi sono passati dal tuo blog, alle gallerie. Non te lo saresti mai aspettato quindi?

No, né l’avrei atteso, non c’era davvero alcun piano quando ho iniziato il mio blog. Ero soltanto scontento di come stava procedendo la mia carriera e volevo fare qualcosa per me stesso, che fosse una mia dichiarazione personale. Avere i miei lavori in mostra nelle gallerie è un sogno diventato realtà!

Come accade? Vedi un ragazzo stylish o interessante, lo fotografi o inizi subito a disegnare?

Dipende. Alcune volte disegno direttamente sul luogo. Solitamente porto con me un piccolo sketchbook così se vedo qualcuno lo posso immortalare. Sono andato ad un party alcune settimane fa chiamato “Xanadude” e c’erano dei ragazzi meravigliosi così ho iniziato a ritrarli nel corridoio mentre sentivo i loro racconti, è stato molto divertente. Altre volte invece faccio delle foto con il mio iPhone e poi li ritraggo. Un altro modo ancora è far venire le persone al mio studio dove facciamo una sessione di circa un’ora, mi piace molto quando accade perchè i ragazzi portano con sè cose che li possono ispirare e quindi diventa una collaborazione.

Qual è la cosa che ti colpisce maggiormente quando vedi un ragazzo e decidi così di ritrarlo?

Di solito è la posizione, la postura, il modo in cui sta in piedi. Questo è più importante di qualsiasi accessorio o vestito indossi, è più l’attitudine. Mi piace quando i ragazzi sono un pò trasandati, disordinati e scompagnati. Ecco perchè amo vivere a Brooklyn.

Ti sei abituato a fermare le persone e chiedergli una foto? Sono sempre carini con te? 

Le persone sono incredibilmente carine quando le fermo. Solitamente il secondo prima di fermarli penso che possano pensare che sono uno stronzo pazzo che li ferma per fotografarli ma non succede mai, anzi sono lusingati ed apprezzano la mia attenzione. Di tutte le persone a cui ho chiesto solo uno ha detto: “ Non voglio che mi fotografi.” Lo rispetto, anche se ne ero deluso. Sono stati tutti molto adorabili e non appena la macchina fotografica si accende si ravvivano e si mostrano per ciò che sono. È molto bello.

Sei stato designer per Calvin Klein, Bill Blass, Perry Ellis e Sean Combs, com’è stato quel periodo della tua vita, quando creavi moda?

È stato un bel periodo della mia carriera. Ho lavorato con persone meravigliose. Ho imparato molto di business, marketing e di vita stando con loro.

Sei venuto a Milano, la mia città, che differenza hai trovato nello stile maschile paragonato a quello newyorkese?

Beh, ovviamente gli uomini italiani sono molto chic. Ero sorpreso del livello d’attenzione che gli uomini mettono nel vestirsi e nel presentarsi in genere, a Milano in particolare. Mi piaceva osservare gli italiani che passeggiavano la sera e durante i weekend per la città. Nessuno capisce il taglio di una giacca quanto gli italiani, a volte potevo passare ore ad osservare quanto bene vestissero le giacche, il perfetto giro manica, le maniche non sformate, i polsini non troppo lunghi. Credo che la differenza più grande sia il colore, l’uomo italiano si sente più comodo con le tonalità dei marroni e dei blu. Gli uomini a New York prediligono i neri e i carboni. Credo che sia la risposta alla luce ed ai colori della città.

Che cosa è lo stile per te? Quando puoi sinceramente dire che qualcuno ha stile?

Certamente è qualcosa che non ha a che fare con i soldi, o nell’indossare capi firmati. Vedo dei ragazzi sui vagoni della metropolitana che hanno lo stile giusto dall’angolazione del cappellino da baseball, da come indossano il cappotto del negozio vintage, il modo in cui stanno in piedi, questo è stile! È la dichiarazione di quanto uno sia a suo agio con sè stesso che trovo così interessante da mettere su carta.

Quello che mi piace di più dei tuoi disegni è che non sono freddi, quando li osservo a volte cerco d’immaginare chi siano le persone che hai fermato per strada e quale sia la loro storia, come credi di riuscire ad ottenere quest’effetto?

Questa è una bella domanda. Davvero non saprei. Posso dirti che quando disegno qualcuno m’immergo con loro, so che può sembrare pazzo, ma diventa qualcosa d’irrefrenabile che sento il bisogno di metterlo su carta. Una delle cose che amo di più nel disegnare le persone è il fatto di parlare con loro, ascoltare le loro storie, il dialogare ci rilassa : “ Chi sei? Che fai qui? Di chi è quel cappotto? Che lavoro fai? Sei innamorato? ” Mi piace sentire le storie delle persone e cercare di metterle nel mio lavoro.

Quanti schizzi fai solitamente al giorno?

Dipende. Ho appena finito una serie di ritratti per un giornale, quindi ho disegnato molto. Per il blog cerco di metterli online all’istante, ma ci sono anche un sacco di altri disegni che non posto. Ho centinai di disegni impilati nel mio appartamento che hanno bisogno di essere organizzati, stanno invadendo il mio appartamento.

Ho notato che negli ultimi anni stanno accadendo un sacco di cose al mondo maschile, molti uomini stanno sviluppando un grande stile, che ne pensi? 

Definitivamente sì. I ragazzi sono sempre più a loro agio nell’esprimere sè stessi attraverso ciò che indossano. Sono stato in giro tanto a lungo da notare un enorme cambiamento, ora c’è anche un grande assortimento di prodotti per ragazzi tra cui scegliere. Un ragazzo può andare da Barney e spendere 4000 dollari per un look oppure andare da Uniqlo per essere espressivo e chic senza bruciarsi lo stipendio. Questa equazione è enorme!

Hai notato qualche nuovo fashion trend nel menswear che pensi possa diventare un enorme trend?

Gli uomini non si muovono velocemente e lo fanno in modo meno spettacolare delle donne, non funziona come “questa stagione le gonne sono più corte” credo che per gli uomini il trend o la direzione sia più da intendere come espressione nello stile. Il look con i giubbottini corti, gli skinny jeans e i cappelli sembrano non andare da nessuna parte.

Parlando di stile come descriveresti il tuo?

É definitivamente molto semplice. Più invecchio e più sono interessato nel registrare le altre persone, e più voglio semplificare il mio stile. Le persone per cui ho lavorato come Calvin Klein e Bill Blass indossavano una versione dell’uniforme. Ciò non significa che non amo la moda anche per me stesso, anzi. Preferisco però tenere il tutto semplice e il meno complicato possibile. I jeans di APC, le scarpe di Tom per l’estate, le poco costose ma ben tagliate t-shirt di J Crew. Un’uniforme che mi permetta di focalizzarmi sulle cose belle, il disegno.

Che canzoni ti piace ascoltare dal tuo iPod quando stai disegnando seduto al tavolino di un caffè? 

Amo ascoltare last fm in cui immetti la parola Radiohead e molti altri artisti simili entrano in streaming come Interpol, James Blake, Fleet Foxes, Iron and Wine. Ieri sera ho visto il live dei Ssion al PS1 è stato travolgente.